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Il motivo conduttore dei saggi raccolti in questo volume è costituito dall'analisi dell'ideologia nichilista che accompagna lo sviluppo dell'opera pirandelliana in un'ambigua e irrisolta tensione tra negazione e ricominciamento che, soprattutto nella fase estrema dell'attività teatrale, trattiene definitivamente l'autore sulla soglia del nulla. All'interno di queste coordinate, i maggiori romanzi segnano via via il superamento della tradizione naturalista e del romanzo classico, per fondarsi nella struttura soggettivistica dell'antiromanzo moderno. La scrittura si fa disorganica, straniata, "umoristica" e trova espressione necessaria nella verità problematica del teatro, nel momento "unico" della rappresentazione scenica.